giovedì 25 luglio 2019

COMMENTO INTRODUTTIVO DELL’ON. NICOLA BONO AL SUO NUOVO ARTICOLO SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA.



L’Autonomia Differenziata sta diventando l’ennesimo tema di scontro tra Nord e Sud e ciò è profondamente sbagliato, perché fa perdere di vista la vera posta in gioco, che non riguarda la concessione alle Regioni richiedenti di nuove materie, ma bensì la salvaguardia dei principi basilari su cui si fonda l’Unità Nazionale.
E’ davvero strano registrare come la polemica tra i favorevoli e i contrari sia incentrata su aspetti marginali, come sui futuri maggiori stipendi degli insegnanti del Nord, rispetto a quelli del Sud o sul diritto astratto di avere o non avere l’Autonomia Differenziata, mentre la domanda è perché c’è questo incaponimento su questo provvedimento e, soprattutto questa fretta di volerlo approvare?
Ma la cosa più grave e preoccupante è l’assoluta mancanza di qualsivoglia partito o soggetto politico, o semplicemente di singolo esponente istituzionale o partitico che difenda il “sentimento e l’interesse nazionale” da una manovra che offende tutti gli Italiani, specie quelli che al Sud hanno votato Lega o FdI convinti di “mettere al primo posto gli italiani”, mentre sulla loro testa si sta consumando la più volgare delle truffe istituzionali, proprio per mano di chi ha avuto insperati e massicci consensi.

Nell’articolo pubblicato il 16 luglio 2019 sul quotidiano “la Sicilia” a mia firma, allegato a questa breve introduzione, che vi invito a leggere per approfondire e comprendere fino in fondo ogni aspetto tecnico e politico della questione, ho tentato di chiarire le questioni più gravi,
partendo dalla osservazione che l’unico scopo dell’”Autonomia Differenziata” è quello di aggirare furbescamente le procedure di legge vigenti, che garantirebbero il normale trasferimento
delle materie da parte dello Stato alle regioni richiedenti, purché siano fissati preliminarmente i percorsi finanziari e solidaristici a base di una autonomia giusta e condivisa.

Non essendo mai stato soddisfatto questo fondamentale principio, per l’incapacità di raggiungere l’accordo nel merito delle questioni, si è deciso di aggirare le norme vigenti ed è stata inventata una procedura inedita e illegale, concordata e messa in atto dal Presidente del Consiglio pro tempore Paolo Gentiloni, interessato alla questione in quanto una delle tre regioni richiedenti maggiori poteri è l’Emilia e Romagna governata dal PD, e dai governatori di Lombardia e Veneto,
oltre che ovviamente dalla Lega.
Da qui la fretta di portare a casa la partita, prima che si scoprano le gravissime magagne sottostanti, il cui obiettivo è di consentire alle regioni più agiate di poter trattenere tutte le risorse tributarie nel loro territorio, con la scusa di pagare, praticamente senza limiti di tetti di spesa, tutti i
servizi relativi alle nuove competenze richieste, alla faccia di qualsiasi logica economica e di solidarietà nazionale, che ovviamente non danneggia soltanto le regioni del mezzogiorno, ma l’intero Paese e il suo stesso assetto politico, sociale e istituzionale.

Il vecchio sogno della lega di una scissione economica del Nord è il vero motivo conduttore di questo progetto truffaldino che punta a quella realizzazione goffamente e senza proclami, ma con il semplice aggiramento delle norme di legge in materia e il colpevole silenzio di istituzioni e
partiti, specialmente di quelli di Destra, che dicono di difendere gli Italiani.

Non si tratta, quindi, di concedere innocuamente più poteri alle regioni, cosa che di per se è ovviamente condivisibile, ma invece di qualcosa di molto più grave, che incide profondamente su
valori che non sono certamente negoziabili e che riguardano specificatamente la difesa dell’Unità Nazionale, essendo più che evidente che la fine di ogni forma di solidarietà tra italiani, non
solo metterebbe fatalmente in crisi il concetto di Patria e di comunità nazionale, ma renderebbe altresì irraggiungibile l’obiettivo di tutela della sovranità nazionale, già difficile da difendere uniti, e del tutto impossibile da realizzare separati.

Se questo disastro malauguratamente accadesse, non resterebbe agli Italiani tutti da fare altro che scegliere tra USA, Russia e Cina di quale superpotenza diventare colonia e, in questo senso, sembrerebbe che i protagonisti principali di questa devastante strategia, abbiano già da
tempo fatto la loro suicida scelta, ovviamente sempre in nome del sovranismo.
Per leggere l’articolo cliccare su:


https://bit.ly/2JN1Scg

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